Daniele Luttazzi e la censura su La7

Può davvero una battuta su Ferrara esserne la causa? spe salvi

dall'imminente del febbraio 2008

-Le religioni sono un fatto culturale. È tutto molto relativo. Il Papa vorrebbe che tutti fossero cattolici. Le mucche vorrebbero che tutti fossero di religione indù. Qual è la verità sull'aldilà? Direi di partire da un semplice assioma: che nessuno ne sa niente. Mi piacerebbe che il Papa una domenica si affacciasse su San Pietro e dicesse: "Sapete una cosa? Nessuno ne sa niente. Siete liberi!"
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Supponete di essere dei ladri di professione, e di stare progettando un'enorme, difficile, rapina in banca. Il colpo più importante della vostra carriera. Come vi comportereste, arrivata la vigilia di quel colpo pianificato e atteso da mesi e mesi? Probabilmente passereste l'intero giorno chiusi in casa, senza chiamare né sentire nessuno, a ripassare e rivedere ogni dettaglio dell'operazione. Di certo non uscireste in strada per fare un'altra rapina. Ebbene: sappiate che esistono ladri che alla vigilia di un grande colpo in banca vanno a rapinare fruttivendoli e mercerie, entrano con la refurtiva in Commissariato facendo pernacchie ai poliziotti, e tentano di scappare dirottando un tram, il tutto a volto scoperto. Daniele Luttazzi è uno di questi ladri.
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- Dice: ma tu Daniele sei cattolico? Certo. Sono cattolico, apostolico, decaffeinato. [...] No, in realtà non sono cattolico. Sono cristiano monofisita: non riconosco le decisioni del concilio di Calcedonia nel V secolo. Ero cattolico, finchè un giorno Dio mi è apparso in sogno e mi ha rivelato che erano tutte stronzate.
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Il suo Decameron è stato sospeso dalla programmazione di La7 dopo la trasmissione dell'1 dicembre scorso. Ragione ufficiale: una battuta in cui Luttazzi figurava Giuliano Ferrara nudo e dedito a pratiche di coprofilia con Cesare Previti. Ragione reale: l'argomento della puntata successiva sarebbe stato l'ingerenza della Chiesa nella politica italiana, a partire dall'enciclica Spe salvi di Benedetto XVI. Il solito tabù vaticano? Sì, e quello che allarma è l'evidenza che neanche La7 possa sfuggirne: che debba allinearsi al tradizionale comportamento di Rai e Mediaset. Il monologo di Luttazzi, facile da trovare in Internet, dice parole sulla Chiesa e sulle religioni che nella Tv italiana nessuno ha mai detto e che, evidentemente, non si possono ancora dire. Lo stile del monologo è cinico e caustico, come solito di Luttazzi, ma non si trova nulla che si possa avvicinare al tono greve della battuta su Ferrara. Certo una volta viene detto "cagare". Ma prima c'è una triplice argomentazione sullo status ontologico degli embrioni. Come a dire che la contesa è sulla sostanza: una censura su della cacca non è credibile.

- Nel tempo, le funzioni mitiche svolte dalle religioni e dalle monarchie non spariscono: oggi vengono assolte dai mezzi di comunicazione di massa e dal potere simbolico dei segni-merce, nuovi mondi-di-sogno. La pubblicità come teologia della lavatrice. Provate adesso a immaginare qualcuno che pretenda di vendervi una lavatrice alla condizione che, se non la comprate, brucerete all'inferno. Lo mandereste a cagare. Ma no, lui pretende anche di essere rispettato, perché non è solo una lavatrice, è una religione!

Luttazzi non immaginava le reazioni che avrebbe suscitato la sua intenzione di preparare una messa in onda sul Papa? Sì, immaginava tutto, e ci scherza su nei primi minuti della prima puntata di Decameron (cercate "luttazzi profeta" su YouTube). Perché allora, considerato il rischio, non ha fatto una valutazione delle priorità, costruito una gerarchia dei suoi obbiettivi? Come già detto: nessuno in Tv dice certe cose sulla Chiesa, mentre sull'obesità di Ferrara già Benigni costruiva interi spettacoli a metà anni Novanta. Tenere un basso profilo nella puntata precedente a quella sull'enciclica, così da non dare alla dirigenza di La7 la possibilità di trovare qualche pretesto censorio, non sarebbe stato un sacrificio troppo grave. In compenso avrebbe forse permesso di salvare il programma, così da permettere, sette giorni dopo, di fare della satira davvero pregnante.

- E questo è il quiz della settimana: quali fra questi intellettuali non è citato da Papa Ratzi nell'ultima enciclica? Sant'Agostino. Kant. Adorno. De Sade. E la risposta è: De Sade. La Spe salvi, sorpresa! è una dura condanna della modernità. Il giorno che venne eletto, dissi in teatro: "Hanno eletto il nuovo papa. È il cardinal Ratzinger. Subito condannato di nuovo Galileo". Non mi sbagliavo. Dopo un mese Ratzi disse: "La risposta alla modernità è Cristo". Io ho 46 anni, nella mia vita ho imparato una cosa: se la risposta è Cristo, la domanda è sbagliata.

Ora Luttazzi si lamenta, e ha ragione, ma passi anche la nostra di offesa. Perché non è concesso, a un personaggio la cui satira si basa spesso e volentieri proprio sulla dissimulazione (fintamente ingenua) di contenuti scorretti, di comportarsi poi da anima bella. Non è di colti uomini pubblici con vocazioni al martirio che abbiamo bisogno.

Daniele Belleri

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