Still Life by Jon Knautz



Il canadese Jon Knautz (Teen massacre, The other celia) ha già esplorato strani mondi, e con Still life si supera. Pochi movimenti di macchina, un montaggio prima lento e poi sempre più veloce condensano in appena otto minuti circa, mistero, angoscia e una sensazione di claustrofobia in un efficace climax. Still life si apre su tanta neve e una lunga e deserta strada dritta. Neve e strada che creano un ambiente vuoto e sterile in cui un giovane ragazzo impasticcato e pieno di caffeina (Trevor Matthews), si trova alla guida. Finisce la benzina e ripara in un piccolo villaggio immerso nel vuoto totale, dove è coinvolto in un incidente. Vorrebbe aiutare il ragazzo investito, ma realizza che qualcosa non va e comincia per lui un’inaspettata avventura in questo strano e desolato paese, abitato da manichini, immobili. Per la strada e in un bar il ragazzo non trova né aiuto né alcun tipo di umanità, ma solo questi freddi manichini che gli si muovono alle spalle, a scatti, in un movimento che non ha nulla di umano, ma tanto di surreale. Sembrano vivi e sembrano braccarlo, si sente soffocato, e non rimane che fuggire nella prima casa. Dentro, ancora manichini che si muovono a scatti e lo circondano tentando di fermarlo. Il ragazzo in preda al panico e all’angoscia rompe i manichini, ma al piano di sopra, davanti a uno specchio, rimarrà pietrificato e scioccato da ciò che vede. Qualcosa è successo. Per scoprirlo? Facile: fate doppio clic QUI.