Libreria del mondo offeso

La nudità dei caffè parigini, la nostalgia del Sudamerica, il sogno di Cuba


Tutti sappiamo che il libro "è stato mercificato", che "ha perso la sua sacralità". Espressioni di questo genere indicano la banale verità che, mentre un migliaio d'anni fa un libro era frutto di mesi di lavoro, un oggetto unico e soprattutto molto costoso, oggi è un oggetto di facile reperibilità, con prezzi alla portata di tutti, prodotto ovunque al ritmo di milioni di copie al minuto. Certo un codice miniato vale da ogni punto di vista più di un paperback da aeroporto, ma a parte questo il passo avanti è evidente: se tutti possono leggere e tutti possono scrivere, vuol dire che la libertà d'espressione è in buona salute! Purtroppo, benché formalmente vera, la frase precedente suona stonata a tutti, a me per primo, perché la realtà dei fatti è che non tutti quelli che scrivono sono pubblicati (per fortuna!) e che non tutti quelli che vengono pubblicati riescono a ritagliarsi uno spazio commerciale.Quando sono andato all'inaugurazione de La Libreria del Mondo Offeso ho chiesto a Laura, la proprietaria: che senso ha aprire una piccola libreria in un interno di corso Garibaldi quando esistono già centinaia di supermercati del libro con decine di sale, centinaia di offerte e milioni di titoli? La risposta è stata: "perché ce n'è bisogno", la LdMO è un progetto politico e la convinzione che gli ha dato slancio è che cultura e politica si muovano (o "dovrebbero muoversi") insieme, implicandosi a vicenda. L'atmosfera che si respira all'interno è indescrivibile e nel nuovo arrivato si riversano insieme la ricercata nudità dei caffè parigini, la nostalgia del Sudamerica, il sogno di Cuba. Chi entra nella "casa" di Laura e Cristina (una delle dieci dipendenti italiane assunte solo tramite il curriculum) si ritrova, come i bambini, ad elencare a voce alta quel che incontra, cercando di scovare tra gli oggetti il senso d'accogliente estraneità di cui il luogo è pervaso. I mattoni a vista, un tavolone di legno scuro, le caramelle, un pianoforte, tavolini per gli scacchi, giocattoli d'altri tempi e, soprattutto, i libri; solo titoli italiani, solo titoli contemporanei…solo…non basterebbero settimane per orientarsi nel marasma di volumi fuori commercio, prime edizioni, titoli mai sentiti eppure tanto attraenti, teatro, narrativa per bambini…Il Mondo Offeso, quello calpestato dai nostri stessi sprechi, ammutolito dal fragore delle notizie da rotocalco scandalistico, sembra avvolgere con il suo sdegno questo piccolo angolo, situato nel centro della città ma infinitamente lontano da essa; le copertine in carta spessa dei piccoli editori, le rilegature a mano, la vasta sessione di cultura politica dimenticata, premono per farsi notare, per tornare a parlare.E qui si torna al discorso di prima. Perché aprire una piccola libreria? Per dare un colpo al mondo della merce e tornare a sentirsi parte del sacro; per creare un luogo dove la gente possa incontrarsi, dove la figura del "libraio" viva ancora, dove il rapporto con il libro sia più personale. Sono tutte risposte corrette e che stanno alla base dell'impresa ciclopica di avere una piccola libreria a Milano, ma a mio avviso la risposta più importante è questa: il più grande merito di una piccola libreria è di farsi manifesto della libertà di parola, di mostrare a chi vi entra cose che nei supermercati del libro non vengono mostrate, presentare realtà (letterarie, sociali, artistiche...) che vivono e pulsano ma sono continuamente sottoposte agli attacchi di una società che tende ad uniformare, che ama e protegge tutte le categorie fittizie che queste realtà sradicano.La segnalazione la possiamo cavare direttamente dalle parole di Vittorini: "sì, amico mio, il mondo è offeso, ma non ancora qua dentro".



Giacomo Bisanti



Libreria del Mondo OffesoMilano,
C.so Garibaldi 50 (cortile interno)
02 36520797
libreriadelmondooffeso@fastwbnet.it

Blu > MUTO


Pittura cinetica e stop-motion

Di artisti che mostrano le loro opere in internet ne conosciamo molti. Vuoi come scelta, vuoi come necessità, internet è la prima e più veloce occasione per mostrarsi al pubblico. Passato il primo gradino c'è chi abbandona il web per ricercare canali più classici e chi invece ne sfrutta le potenzialità. Tra questi ultimi figura Blu, artista made in Bologna, e il suo sito blublu.org. L'immediatezza della rete ci permette di seguire lo sviluppo e ogni nuova opera aggiunta giorno per giorno dall'artista, quasi come un'agenda. E proprio come un'agenda è costruito il sito di Blu. Un piccolo book che possiamo "sfogliare" per scoprire l'opera omnia di un'artista che "imbratta" pareti di stanze e muri che guardano la strada con immagini graffianti che ci proiettano in profonde e serie riflessioni sull'esasperato cammino intrapreso dall'essere umano. Le sue immagini sono partite dall'Italia, con una consistente presenza a Milano, e hanno fatto il giro dell'Europa per arrivare recentemente sulle pareti della monumentale Tate Modern di Londra. Molto particolari sono i suoi video, dove le figure dipinte sui muri di tutto il mondo prendono vita grazie allo stop-motion. Lo stop-motion è una particolare tecnica di ripresa che consiste nell'impressionare un fotogramma alla volta, potendo così modificare a proprio piacimento il materiale che si vuole impressionare e riuscendo quindi ad animare qualunque cosa. Perché il movimento appaia scorrevole sono necessari circa 24 fotogrammi al secondo, e questo dà l'idea di quanto sia eccezionale l'ultimo video messo in rete da Blu. Per realizzarlo ci vuole più lavoro e tempo di quando si possa immaginare, ma c'è del metodo nella sua follia: Blu compone il suo graffito alla parete, lo filma per il tempo necessario, poi modifica la figura quel tanto che basta per dare l'illusione del movimento, la filma ancora, quindi torna a dipingere; e così via per sette minuti.
In Muto, girato a Buenos Aires, animazione e pittura muraria si mescolano; tutto comincia da un muro di mattoni da cui esce una serie di mani e da lì ci trasporta in un universo che non ha limite se non quello dell'immaginazione dello stesso autore. Molto forte si sente il pessimismo che l'artista pone sull'essere umano, infatti niente di buono può "venir fuori" da un uomo, né quando da un uomo ne nasce un altro, né quando per un uomo che si rompe un altro si ricompone. Quello che riesce a fare meglio è trasformarsi in piccoli animali che non esiteranno a mangiarsi il vero uomo per lasciarne solo lo scheletro. In questo cortometraggio Blu crea letteralmente "pittura cinetica", come se Walt Disney avesse concepito tutta Cenerentola in un unico foglio, infinitamente ricancellato.
Michele Comba



Clicca per vedere Muto