La città di Dio - Paulo Lins


1968, Brasile:dopo un’alluvione disastrosa si gettano le fondamenta per costruire Città di Dio, un nuovo quartiere alla periferia di Rio de Janeiro e teatro delle deliranti vicende narrate da Paulo Lins.
In un’atmosfera caotica e assolata 3 generazioni di banditi si susseguono fra le strade fangose di Città di Dio, dove la polvere della favela impasta sogni, sangue e ambizioni. Il romanzo è diviso in tre atti, ma sebbene ognuno di essi sia dedicato a un singolo bandito, in ogni pagina veniamo quasi assordati dalla potenza di una voce, che, uscendo dal coro dei disperati di Città di Dio, inchioda la nostra attenzione su personaggi secondari, ma utilissimi per farci cogliere la dimensione poliedrica di questa realtà. Anche il piano del reale e del soprannaturale si compenetrano a vicenda, e uno non esclude mai l’altro, come insegnano i culti religiosi afro-brasiliani. Grazie a vividissime pennellate di pura violenza, emergono personaggi dolorosamente umani pur nella loro insensata brutalità: attraverso un linguaggio fin troppo esplicito veniamo trascinati in un’escalation di morte che sfocerà in una vera e propria guerra, che, come tutte le guerre, non lascerà né vinti né vincitori, ma solo superstiti. Abilissimo il regista Ferdinando Meirelles, che, riprendendo la vicenda in un film alla Tarantino, la rende più unitaria attraverso le parole del narratore Busca-pè (ragazzino cresciuto nella favela) senza farle perdere niente del ritmo incalzante che contraddistingue il romanzo.


Paola Gallo

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