Pi greco - il teorema del delirio

Techno e Breakbeat al servizio della schizofrenia




Esiste un tipo di musica elettronica per il quale la fruizione ideale richiede nell'ascoltatore una buona dose di schizofrenia. Questo è l'assunto dal quale partire per analizzare la colonna sonora di Pi Greco, che senza dubbio si configura come qualcosa di più di un accompagnamento musicale o di un semplice motore in grado di spingere più velocemente le immagini.
Innanzitutto è necessario contestualizzare: il film esce nel 1997, un anno cardine per la moderna musica elettronica, soprattutto dal punto di vista discografico. Basti pensare all'influenza che avranno album come New forms di Roni Size, The fat of the land dei Prodigy, Richard D. James album di Aphex Twin e Mezzanine dei Massive Attack. Darren Aronofsky – esordiente regista-sceneggiatore – sceglie il pure esordiente Clint Mansell per curare una colonna sonora che legga con "lucidità" il viaggio del protagonista in un delirante universo paranoico, fatto di timbri distorti e accelerazioni improvvise. Il linguaggio del film si preoccupa così di dare lo stesso peso alle esperienze reali e alle proiezioni extrasensoriali, avvolgendole di un bianco e nero sgranato a 16mm, che talvolta sembra portare lo spettatore su un piano altro rispetto all'esperienza sensibile. Ogni volta che la macchina da presa si fissa, anche solo per qualche istante, sullo sguardo di Max Cohen i suoni acidi e freddi viaggiano sulle stesse frequenze delle sue allucinazioni: i suoni distorti e filtrati - talvolta sconfinanti nel Noise - che lo attaccano quando è in bagno sono il martello che gli perfora le tempie, mentre niente meglio dell'incalzante "Petrol" degli Orbital poteva accompagnare la sua folle corsa in metropolitana. E proprio l'ambiente metropolitano si conferma il più consono ad accogliere i suoi attacchi e le sue intuizioni visionarie, frammentate da arpeggi di bassi cupi e sintetici, inframezzate da pad distorti ed evanescenti. Questa è la condizione entro la quale Techno e Breakbeat meglio si accordano, fondendo le proprie ritmiche, nell'intento comune di esasperare le percezioni e incalzare quella schizofrenia di cui si parlava all'inizio. In tale contesto sembra piovere come manna "Angel" dei Massive attack - che entra in fade-in e si concede per un minuto scarso - essenziale manifestazione dell'anima soffice dell'elettronica: il Trip-Hop. I contrasti sembrano essere il trait d'union di tutto il film, che oppone scene di un buio claustrofobico a fotogrammi completamente bianchi, sequenze con pochi cambi d'inquadratura a un montaggio frenetico da videoclip, la rarefazione sonora di "Kalpol intro" degliAutechre - che ritorna in almeno tre occasioni - alla violenta Jungle di "Pi r2", vero e proprio theme del film. La musica elettronica, con e grazie a Pi Greco, rivela sia la peculiare precisione matematica dei beat e dei suoni sintetizzati, campionati, granulizzati, sia la straordinaria capacità di sconfinare nell'irrazionale e nell'inconscio: proprio i due fuochi fra i quali si trova imprigionato il protagonista del film.

Soundtrack consigliata

Clint Mansell - Pi r2
Stanley herman - I only have eyes for you
Orbital - P.e.t.r.o.l.
Autechre - Kalpol intro
Banco de gaia – Drippy
Spacetime continuum – A low frequency inversion field
Massive attack - Angel
Electric skychurch – Full moon generator
Joanne Ovadia - Some of these days



Marco Turconi

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