Presentazione

Se siete delle matricole, o se in passato non vi è mai capitato di avere a che fare con noi, sappiate che l'Imminente, negli ultimi 3 anni, è stato una rivista di cinema. Da quest'anno non lo è più: a partire dal numero di febbraio 2008, il cinema perde il suo monopolio. È una rivista largamente mutata quella che leggete oggi, che torna a uscire dopo un'interruzione di oltre sei mesi. La causa del ritardo è un altro ritardo: quello dei fondi dell'Università che ci permettono di stampare la rivista in formato cartaceo. Un ritardo propizio, in un certo senso, che ci ha concesso mesi di inattività forzata, nei quali le riflessioni sullo stato e sul futuro del nostro progetto sono venute spontanee. Da lì è venuto il cambiamento. Eravamo arrivati ad un punto nel quale l'Imminente si era costituito un'identità che sentivamo cristallizzata, senza più fantasia. Ciò che abbiamo ritenuto mancasse era una visione di fondo, un metodo di approccio etico, la messa a fuoco di alcune questioni e domande precise. Il primo passo è stato quello di individuare i capisaldi di ciascuno di noi, le linee guida della nostra esperienza culturale e umana, il giusto e sbagliato. Ma è solo dalla messa in discussione, dalla critica di tali linee guida che abbiamo trovato la risposta alla nostra domanda di cambiamento: una dialettica capace di rendere vivo e di far crescere il nostro progetto. Ci siamo interrogati riguardo all'identità di ciò che per noi aveva valore, e se tale identità fosse ancora oggi integra o se fosse stata corrotta. E ancora, se all'origine della corruzione ci fossero la consapevolezza e la volontà dell'avvenuto mutamento, o se fossero innocenza e ingenuità ad esserne la causa. E’ proprio da qui, dal punto in cui ingenuità e consapevolezza si scontrano che nasce La Maglietta, la prima nuova rubrica all'interno del giornale: nel momento in cui un personaggio o un progetto di valore viene reso fenomeno popolare, nel senso peggiore del termine, ripulito dalle contraddizioni e stampato su una maglietta, ridotto a icona pop. Si tratta di un processo invisibile nel suo farsi, evidente nel suo risultato. Da qui una critica che spazierà dalla televisione (già sul numero di febbraio con Blob) alla Musica, da Internet alla Letteratura.
Tratteremo di Fotografia, con la rubrica Obiettivi, dando spazio ogni mese a giovani appassionati con una rassegna a tema dei loro migliori scatti.
Con Menocchio è nostra intenzione dedicare spazio a quelle manifestazioni artistiche e culturali in genere che riescono con equilibrio e intelligenza a mettere in dubbio e criticare il ruolo ingombrante della Chiesa Italiana all'interno della nostra società, della politica e della comunicazione.
Erede del passato è invece la rubriche Gli Occhi Strabuzzati, su quelle figure di uomini e donne capaci di rappresentare con la loro esperienza un modello di coerenza etica e umiltà intellettuale in diversi campi della cultura.
E ancora Musikanten, sull'incontro tra musica e cinema, e Made In Italy, alla ricerca di nuovi e sconosciuti capolavori del cinema italiano.
Insomma il cinema c'è ancora, ma è solo una parte del tutto. Sappiamo che smettere di parlarne è un rischio, per una rivista che sul cinema si è costruita tutto il suo seguito. D’altra parte è una sfida fondamentale, una possibilità esaltante di costruire qualcosa di intelligente e originale.


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