Libet - libreria del riacquisto

Il gusto di rovistare


Se avete appena perso il vostro treno a Cadorna o se semplicemente vi capita di passare dalle parti di corso Magenta, sappiate che in via Terraggio 21, a un passo dall’Università Cattolica, si trova una libreria dell’usato unica nel suo genere. La Libet di Roberto Posca e Elena Ferrari ha aperto da poco ma si è imposta subito nel panorama cittadino per le sue attraenti peculiarità. Chiediamo ai due fondatori come è iniziata l’attività: “Abbiamo sempre lavorato come librai, ma vendevamo attraverso terzi, come grossisti. Nel settembre 2006 abbiamo voluto fare un passo in più, e tentare un lavoro differente: occuparci in prima persona di quello che proponevamo, con un rapporto diretto con i clienti”. Infatti è proprio il rapporto privilegiato riservato a chi entra alla Libet la grande qualità di questa libreria del riacquisto: “Diamo un normale servizio di librai. Seguiamo il cliente, lo consigliamo, cerchiamo il testo che potrebbe rispondere alle sue richieste, ed evitiamo cose come ‘avete qualcosa su Napoleone, provi a vedere là in fondo’. Certo, ci sono circa 20.000 volumi ed è difficile conoscerli tutti, ma un tempo chi faceva questo lavoro si comportava così”. Uno scambio fra chi vende e chi acquista impensabile oggi nelle grandi librerie di massa, più simili a centri commerciali che a venditori di cultura. Alla Libet i ogni titolo viene scelto e controllato singolarmente. I criteri? “Non scegliamo libri costosi: in genere cerchiamo quelli che i clienti chiedono di più perché esauriti o fuori catalogo. Oppure letture “scolastiche” che noi possiamo vendere a metà prezzo”. Perché dovreste decidere di non acquistare un usato? “Rifiutiamo edizioni in cattive condizioni. Poi ci sono degli argomenti che non trattiamo, come la giurisprudenza o l’informatica, perché invecchiano. Di solito evitiamo di acquistare autori da best sellers, pur sapendo che una volta messi sul banco vengono venduti subito. Trattiamo libri che hanno una durata nel tempo, opere che restano, si tratti di romanzi, saggi storici, cataloghi d’arte o di fotografia”. L’unico filo conduttore sembra essere la qualità, per il resto “È una normale libreria con letture che spaziano dalla cucina al teatro, dagli scacchi al design”. Ed è anche l’unica in Italia a fornire un servizio del genere, senza testi scolastici, con titoli su ogni argomento e dell’usato. Una attività che funziona: “la rotazione del magazzino è buona, e più che altro vanno riempiti gli spazi vuoti che si creano negli scaffali”. Un piccolo successo, perchè se da una parte l’atmosfera è intima e da quartiere, a rifornirsi alla Libet vengono da ogni parte della città come a confermare l’unicità dell’offerta. “Il prezzo, se il libro è in catalogo, di massima viene ridotto alla metà. Molto spesso però trattiamo titoli fuori catalogo ed è quindi la nostra esperienza a indicarci la cifra da porre. Certo, cerchiamo di essere coerenti e valutare in base al singolo volume, pur mantenendo un indice di accessibilità”. Prezzi alla portata di tutti che dovrebbero attirare anche ragazzi. Ma è davvero così? “Sicuramente vengono anche studenti, ma soprattutto per trovare autori o opere specifiche, letture universitarie. Che i giovani leggano poco è un dato di fatto, e in generale la nostra clientela è composta da persone di una certa età. Questo perché oggi i ragazzi hanno un approccio alla lettura più informatico, più veloce. E dire che qui abbiamo libri anche da 2 o 3 euro, quindi non è proprio una questione economica.” Quello che si è perso sembra essere il piacere della scoperta, la voglia di cercare fra gli scaffali - tutti rigorosamente ordinati secondo argomento e autore “Il gusto è rovistare e trovare qualcosa che non si stava cercando, di cui non si sospettava l’esistenza o con un’edizione a cui ci si sente più affezionati”. Un libro che era lì come ad aspettarti.

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